martedì 9 settembre 2014

Lei


In quei momenti era impossibile non lasciarsi il mondo dietro le spalle.
Bastava inoltrarsi nel bosco, respirare il profumo degli alberi,
far finta di essere un elfo, quindi,
di non appartenere alla razza umana.


Nessuno capiva quanto fosse prezioso per lei il fatto di avere un posto segreto.
Non necessitava di lounge bar raffinati o di sushi restaurant rinomati:
le era più che sufficiente una vecchia sedia in legno posta vicino a quei cinque alberi che sembravano cinque vecchi amici.
Sarebbe stato un onore, pensava,
poter partecipare attivamente alle loro conversazioni.


Certa di essere stata una creatura extra-terrestre nella vita precedente,
trascorreva i suoi giorni impegnata a capire, conoscere, imparare.
Spesso in bilico tra positivo e negativo,
tra bene e male,
si buttava a capofitto con il cuore e l'anima in qualsiasi nuova avventura,
ma allo stesso tempo con una buona dose di distacco.
"Non si sa mai" si diceva.


Qualche volta riusciva a passare del tempo prezioso con anime affini alla sua.
Menti brillanti e pacifiche che le regalavano un guizzo di speranza.
Non era la sola.
Poteva contare su queste persone.
Erano parte di quell'ossigeno che la faceva respirare mentalmente.


"...è strana"
"Ma che gusti ha?"
"Ma come fa?"
La piccolezza della gente risiedeva anche in queste domande che lei sentiva arrivare in sottofondo, 
come un brusio disturbato.
"Che disordine"
"Non è normale"

"Vive in un mondo tutto suo"
Per fortuna.


Non capiva affatto il bisogno disperato di compagnia che avevano le persone.
O forse lo capiva, ma non lo tollerava, non lo condivideva.
Preferiva un buon vuoto ad un cattivo pieno.
La solitudine la colmava.
Spesso, invece,
la cattiva compagnia la svuotava,
la amareggiava.


Sperava davvero in un cambiamento netto,
un cambiamento positivo.
Di tutto.
Il mondo non era un buon posto;
era un posto che sembrava destinato a fallire,
presto.


All'odio e alla malignità delle persone,
rispondeva con l'amore.
Amava la Terra, coltivava piante e fiori,
proteggeva gli animali,
diffondeva la sua filosofia,
in un modo o nell'altro.
Credeva profondamente in quello che faceva,
ma sapeva che ciò non era abbastanza.



Guardava la luna e si chiedeva come fosse stato possibile disconnettere in modo così netto le menti degli esseri umani.
Guardava il bosco e pensava come fosse stato possibile spazzare via i sentimenti per far posto alle cose materiali.
Guardava il mare e pensava ai cuori colmi di soldi,
di potere,
di corruzione,
di razzismo,
di odio a prescindere.


Non poteva resistere alle persone diverse,
quelle "matte" come lei,
che affrontavano quasi ridendo le situazioni serie
ma che prendevano molto seriamente le cose divertenti.


Già,
una volta il mondo era a misura di bambino.
Una misura perfetta anche per gli adulti.
Ora il mondo era a portata di robot.
Una misura perfetta per nessuno,
ma che tutti avevano accettato a braccia aperte.



Provava interesse per le cose e i fatti che gli altri scartavano,
vedeva il bello dove la maggioranza vedeva il noioso,
trovava ristoro dove tutti si sentivano a disagio.


L'orizzonte era fonte di ispirazione,
di fiducia nel domani.
Per sua fortuna,
c'era sempre qualcosa da scoprire ed esplorare,
c'era sempre qualcosa che aspettava di essere conosciuto e studiato.

La magia non ha fine.